Rapa Nui o Isola di Pasqua, è un’isola dell’Oceano Pacifico meridionale situata a 3.601 km dalle coste occidentali del Cile.
Costituita da rocce vulcaniche, dal 1.000 d.C. subì una progressiva deforestazione, per cause non determinate, con conseguente erosione dello strato fertile, desertificazione di ampie zone, estinzione delle specie vegetali ed animali e drastica riduzione della popolazione umana che abitò l’Isola dal 1° secolo d.C.
Rapa Nui è famosa in tutto il mondo per la presenza delle 638 statue dei Moai, enormi teste e busti monolitici sparse in tutto il territorio, alte tra i 2,5 e i 10 metri (ma ne esiste una incompleta alta 21 metri) e che pesano tra le 75 e le 86 tonnellate.
Non è certo chi o cosa rappresentino queste statue che riproducono quasi sempre lo stesso modello: forse degli antichi capi tribù o le divinità principali degli uomini uccello che, secondo la leggenda locale, giunsero in volo sull’isola e la colonizzarono. Oppure delle silenti sentinelle a guardia delle coste, anche se i colossi di pietra spesso danno le spalle al mare guardando dalla parte opposta.
Più della metà delle statue sono state rovesciate e si ritiene che altre siano state distrutte o gettate in mare.
Non è assodato quale sia la civiltà che le ha costruite: la genetica moderna ha dimostrato che gli abitanti discendono dai Polinesiani i quali, però, distano 4.000 km dall’Isola: è difficile immaginare i mezzi e le conoscenze necessarie per intraprendere un viaggio così lungo e pericoloso che, per caso, li fa approdare sull’Isola. Non si è sicuri nemmeno sulla datazione delle statue.
E soprattutto come e con quali mezzi furono erette ? Le teorie si sprecano: le statue sarebbero state fatte scivolare su tronchi di legno (arrivati dal mare ?) o su rampe di ciottoli arrotondati cosparse di patate schiacciate che avrebbero evitato lo sfregamento; poi sarebbero state erette con un sistema di leve di legno. Oppure spostate con l’aiuto di corde che le mantenevano in posizione verticale durante il trasporto, con un movimento quasi danzante (anche se la dimostrazione effettuata in questi anni ha provato il faticoso movimento per soli pochi centimetri). Secondo la mitologia locale, le statue si muovevano grazie ad una forza misteriosa controllata da due sacerdoti, che un giorno scomparvero, con conseguente interruzione del lavoro di costruzione e di innalzamento.
Ultimamente si è scoperto che anche le teste interrate sono dotate di corpi e torsi umani: il che accresce la complessità di realizzazione di questi giganti di pietra.
I corpi riporterebbero delle incisioni simili ai segni e ai simboli geroglifici delle 26 tavolette di legno “rongo-rongo”, unici esempi rimasti di scrittura del popolo di Rapa Nui; sconcertante sarebbe poi la somiglianza di queste oscure iscrizioni geroglifiche con quelle rinvenute nella lontana città indiana di Mohenjo-Daro.
Il problema è sempre lo stesso: sembra che per gli Antichi fosse un gioco da ragazzi spostare pesi enormi, costruire statue, mura e templi di rara bellezza, coprire enormi distanze ed insediarsi con facilità in paesi apparentemente isolati gli uni dagli altri.
Ma la Storia ufficiale esita, minimizza e semplifica le prodezze di questi popoli e nega l’esistenza di ignote civiltà talmente avanzate da poter soprassedere alla necessità di procurarsi cibo in abbondanza ed un rifugio sicuro in posti ben poco ospitali.
Civiltà che, come dimostrano le misteriose vestigia che hanno lasciato in tutto il mondo, impiegarono mezzi sconosciuti, probabilmente analoghi, per la creazione di “grandi opere” e che, soprattutto, lo fecero prima dei Sumeri-Babilonesi e al di fuori dalla Mesopotamia.
Abbiamo forse perduto un grosso frammento della Storia del Mondo ?
Il Planisfero Viaggi e Vacanze - Viale Bonaria n° 118 Cagliari - Tel. 070670743 - 0707323142
Cell. 3357305201 - info@planisfero.com